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lunedì 18 maggio 2009

L'editoriale di Ronchey sul Corriere

Nel suo editoriale sul Corriere di Oggi riguardo i flussi migratori provenienti dall'Africa, Ronchey sembra girare intorno al toro, senza avere il coraggio di prenderlo per le corna. Dice che gli africani erano 170 milioni all'inizio del '900 e oggi sono 930 milioni, sestuplicati in un secolo, ma sottintende tutto il resto. Dice che controllare i flussi è estremamente difficile e che la pressione illimitata dell'Africa è insostenibile, ma qui si ferma. Non propone nulla, se non forse appoggiare, ma si badi bene, senza dirlo, la politica dei respingimenti intrapresa in questi ultimi giorni dal governo. Nessuna parola sul problema della proliferazione incontrollata della popolazione in un continente privo di risorse alimentari adeguate e con il cronico problema della siccità. Un continente il cui sottosviluppo è indissolubilmente legato alla alta prolificità. Come dimostra la vicenda dei paesi asiatici lo sviluppo economico è più facile in presenza di una pressione demografica bassa. L'Africa è stata letteralmente devastata da politiche irresponsabili, come quella legata alla dottrina della Chiesa, che hanno scoraggiato l'uso dei preservativi e degli altri metodi di contraccezione: una politica che ha contribuito alla diffusione dell'AIDS, tipica malattia da sovrappopolazione. Perfino Ronchey, che in passato ha più volte sottolineato il problema demografico, oggi nel suo editoriale non ha il coraggio di denunciare il male di fondo da cui derivano tanti mali secondari cui oggi assistiamo come la immigrazione clandestina e l'insicurezza sociale. Quel male di fondo ha un solo nome: la sovrappopolazione diffusa in tutto il pianeta e specialmente in quelle aree povere di risorse come l'Africa.

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