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mercoledì 15 febbraio 2012

ETERNIT: UNA TRAGEDIA PLANETARIA





Nel 1901 l'austriaco Ludwig Hatschek brevetta il cemento-amianto, un materiale che per la sua elevata resistenza viene battezzato Eternit (dal latino aeternitas, eternità). Un anno dopo Alois Steinmann acquista la licenza per la produzione e apre nel 1903 a Niederurnen le Schweizerische Eternitwerke AG.
In breve l'Eternit diventa popolarissimo e nel 1911 la produzione di lastre e tegole sfrutta appieno la capacità produttiva della fabbrica.
Nel 1907 nacque il primo stabilimento italiano in Piemonte, a Casale Monferrato, dove esistevano numerose cave di amianto. La struttura è stata fondata dall'ingegnere italiano Adolfo Mazza, lo stesso che ha costruito nel 1912 la prima macchina per la produzione di tubi a pressione in cemento-amianto. Dal 1907 al 1986, anno della chiusura dello stabilimento, migliaia di persone hanno lavorato per la produzione di questo materiale tossico. La lavorazione generava tra l'altro enormi quantità di polveri che per mancanza di filtri venivano distribuite all'ambiente circostante, alle campagne, alla città, nelle case, nei cortili e nelle acque. Ma quello di Casale Monferrato non è stato l'unico stabilimento Eternit in Italia. Un'altra fabbrica è stata aperta a Cavagnolo (Torino).

 Poi altri stabilimenti sorsero a Broni (Pavia) e Bari. Benché sin dal 1962 fosse noto in tutto il mondo che la polvere di amianto, generata dall'usura dei tetti e usata come materiale di fondo per i selciati, provoca una grave forma di cancro, il mesotelioma pleurico (oltre che la classica asbestosi), a Casale Monferrato (Alessandria), Cavagnolo (Torino), Broni (Pavia) e Bari la Eternit e la Fibronit continuarono a produrre manufatti sino al 1986 (1985 per Bari e 1992 per Broni), tentando di mantenere i propri operai in uno stato di totale ignoranza circa i danni (soprattutto a lungo termine) che le fibre di amianto provocano, al fine di prolungare l'attività dello stabilimento e quindi accrescere i profitti.
Il 6 aprile 2009 inizia presso il Tribunale di Torino il processo istituito da Raffaele Guariniello contro uno dei due fratelli Schmidheiny (ex presidenti del consiglio di amministrazione dell'Eternit AG) ed il barone belga Jean Louis De Cartier de Marchienne. Sono ritenuti responsabili delle numerose morti per mesotelioma avvenute tra gli ex-dipendenti delle fabbriche Eternit a contatto con l'asbesto.
Il 13 Febbraio 2012 il tribunale di Torino emette una sentenza storica, condannando in primo grado De Cartier e Schmidheiny a 16 anni di reclusione, e obbligandoli al risarcimento di circa 3000 parti civili oltre al pagamento delle spese giudiziarie. Il caso Eternit è il primo al mondo in cui i vertici aziendali vengono condannati per disastro ambientale aggravato, costituendo un precedente importante che potrebbe dare il via a decine di processi in tutta Europa.
L'amianto è formato da silicati contenenti ferro e magnesio che generano, durante l'estrazione, la lavorazione e anche per successivo "sfarinamento" a contatto con gli agenti atmosferici, una polvere finissima composta da microparticelle filamentose estremamente irritanti per i tessuti biologici. L'Italia è un paese in cui l'amianto è stato utilizzato in maniera massiccia a partire dai primi decenni del novecento. La necessità di coibentare le tubazioni e di assicurare coperture impermeabili soprattutto in periodi di forte espansione edilizia successivi al boom demografico del dopoguerra ha portato ad un uso intensivo dell'eternit sia nelle città che nelle campagne. Tubature, coibentazioni, tettoie, baracche, tetti di edifici, capannoni. Venne impiegato anche in scuole, ospedali, palestre, cinema, oltre che in tutti i settori industriali, come fondo di strade selciate, come componente in polvere di cementi per uso edilizio (molte case a Casale furono costruite così). Vasconi per la riserva d'acqua degli edifici, lavatoi, condotte idriche coperte o scoperte, isolamento delle condutture termiche furono tutte opere eseguite in amianto in ogni città. l'amianto ebbe un intenso uso anche nelle campagne per uso abitativo o agricolo. Nel nostro paese molte di queste opere sono ancora visibili in condizioni precarie per il deterioramento causato dal tempo. Inoltre, nonostante in Europa l'eternit sia stato messo al bando negli Anni 90, ci sono Paesi dove viene ancora oggi utilizzato, come Russia, Canada, Cina, India, Brasile, Thailandia.

 Lo smaltimento del minerale è affidato oggi a ditte specializzate, ma per anni è stato smaltito in modo non corretto o in maniera illegale da parte di ditte in mano alla criminalità, spesso gettato direttamente nei terreni o nelle acque di fiumi, laghi e torrenti. Molte discariche abusive sono state documentate in mare nei pressi della costa italiana.

In tutto il mondo l'amianto è riconosciuto come causa del mesotelioma (cancro della pleura) e dell'asbestosi, una malattia polmonare che conduce alla insufficienza respiratoria e cardiaca. Ma l'amianto è anche riconosciuto come causa di cancro del polmone, e sospettato di causare -quando ingerito- il cancro del colon. Una volta inalate le microparticelle di amianto si depositano sugli alveoli polmonari dove agiscono come irritanti sulle cellule epiteliali respiratorie (su cui determina le due varietà di tumori: adenocarcinoma del polmone e cancro a cellule squamose). Poi le microparticelle penetrano nell'interstizio tra gli alveoli portando alla distruzione di tessuto polmonare (enfisema) e alla sclerosi (asbestosi). Infine raggiungono la pleura dove l'azione irritativa conduce al tumore pleurico maligno (mesotelioma). Sempre più evidenze esistono sulla correlazione tra ingestione di microparticelle di amianto (con i cibi, con le acque) e lo sviluppo di tumori intestinali come il cancro del colon e con malattie infiammatorie. Di certo è che le particelle una volta entrate nei tessuti non li abbandonano più svolgendo in maniera continuativa l'azione irritante per tutta la vita del soggetto interessato.

La notizia di questa prima condanna è dunque una buona notizia, ma che ripaga in maniera minima dei danni ambientali giganteschi fatti dall'eternit nella sua lunga storia. E' una vicenda tragica che ci deve far riflettere. Quale è stato il motivo dell'errore? Perché si è aspettato tanto per fermare il disastro ? ( le dimostrazioni dei tanti danni alla salute dell'eternit c'erano già nei primi anni sessanta!). Certamente c'è stata l'avidità di guadagno e le leggi incontrastate del profitto. Certamente c'è stata una criminale volontà di tener nascosta tutta la vicenda per non intralciare gli affari. Ma anche ha contribuito in maniera determinante la necessità cieca dell'espansione demografica incontrollata con tutte le attività indotte da questo tragico fenomeno che ha interessato l'Italia e il mondo per tutta la seconda metà del novecento e oltre, fino ad oggi. Una conseguente frenesia edilizia -fatta a tutti costi, fregandosene della tossicità dei materiali- e di cementificazione e devastazione delle campagne, delle coste, delle colline, dei paesaggi che costituivano il bel paese sacrificati sull'altare del delirio antropocentrico di crescita esasperata senza limiti.

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