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domenica 12 agosto 2012

QUELLO STRANO SILENZIO DEI VERDI SU LOVELOCK E GAIA



Nulla ci illumina su quello che sono diventati i verdi, quanto il modo in cui il movimento ha trattato James Lovelock, uno dei  più grandi ambientalisti. 
Quando Lovelock presentò l’ipotesi di Gaia nel 1979  fu da tutti giubilato come il nuovo teorico dell’ambientalismo. Ma il consenso intorno a Lovelock e alla sua idea della Terra come sistema olistico da parte dell’ambientalismo mainstream è durato poco. Oggi si evita di parlare delle teorie intorno a Gaia, e il nome di Lovelock non è pronunciabile in nessuna assemblea verde, non è politicamente corretto. Chi ne parla rischia l’isolamento politico.  Si tratta, banalmente, di epurazione. I verdi si stanno burocratizzando e strutturando come potere di lobbies.  Ricordano sempre di più il vecchio PCUS:  se qualcuno si azzarda a dire qualcosa che si discosta minimamente dalla linea politica ufficiale,  viene spedito metaforicamente in Siberia o, a volte, fatto sparire (sempre metaforicamente) senza tanti complimenti. La rimozione del “colpevole” è brutale e totale: come nei partiti ideologici del novecento ne viene persino cancellata l’immagine dalle foto ufficiali. Questo è capitato anche a Lovelock.   Cosa ha detto di tanto grave il  padre di Gaia per cadere in disgrazia politica presso i rappresentanti   dell’ambientalismo internazionale?
La carriera di Lovelock è stata quella di un grande dell’ecologia: non ha solo formulato la teoria della Terra come sistema complesso olistico, ha anche contribuito a individuare il problema del CFC e del buco dell’ozono portando allo studio e alla realizzazione di misure che hanno fatto regredire in gran parte il danno.  Ha inventato un analizzatore in grado di misurare minime quantità di inquinanti. Ha scoperto le complesse interazioni tra l’ambiente biologico marino, la produzione da parte delle alghe di alcuni derivati dello zolfo (dimetilsolfuri) e la loro influenza sui sistemi nuvolosi e il regime di precipitazioni.  Ha studiato i complessi equilibri dei gas dell’atmosfera terrestre comparandoli con quelli dei pianeti morti come Marte e Venere. Ha messo a punto una teoria del riscaldamento globale e ha denunciato i pericoli che corre la terra per l’effetto serra.
La teoria di Gaia, mal accettata all’inizio dall’ambiente scientifico soprattutto per il nome mitologico, esprime invece una verità scientifica lampante: tutti i sistemi biologici del pianeta sono interconnessi tra loro da una serie di feed-back e a loro volta interagiscono con l’ambiente geo-fisico circostante modificandolo continuamente. Le relazioni Darwiniane vanno quindi riviste: non sono solo le specie viventi ad evolversi ma tutto il complesso sistema che comprende l’atmosfera, il regime delle acque, la composizione dei suoli ecc.  I primi ad opporsi furono i neo-darwiniani, poi gli ambienti scientifici tradizionalisti. Infine, dopo una iniziale accettazione, anche i movimenti politici verdi che vedevano messi in discussione l’ideologia dei diritti assoluti dell’uomo su tutto il resto. Lovelock esprime le sue critiche ai verdi con parole chiare:

“Io non sono mai stato completamente dalla parte dell’ambientalismo, perché credo che l’interesse di quel movimento sia quasi sempre concentrato sugli esseri umani e non sulla Terra. Mi sembra che gli ambientalisti non capiscano questo, e cioè che se non ci prenderemo cura del nostro pianeta, l’Uomo e la sua civiltà saranno i primi a soffrirne.”
……….
“Il rapporto fra Gaia e l’ambientalismo non è mai stato facile. Mi sembra di considerare la politica ambientalista proprio come Gorge Orwell guardava al socialismo dei suoi tempi.  Il mio cuore è con gli ambientalisti, ma vedo le loro buone intenzioni vanificate dall’incapacità di comprendere che la difesa dei diritti dell’uomo da sola non basta.  Se, distratti dalla preoccupazione per gli esseri umani, trascureremo di prenderci cura di tutte le altre forme di vita presenti sulla Terra, la nostra civiltà finirà per soffrirne, e noi patiremo con essa. Mi chiedo se nel XXI secolo, quando i sinistri effetti del riscaldamento globale diverranno evidenti, non rimpiangeremo la nostra eccessiva attenzione per l’uomo, che ci ha spinto a continuare a bruciare combustibili fossili e a saccheggiare il mondo naturale per ricavarne cibo.  La nostra sfiducia nell’energia nucleare e nel cibo geneticamente modificato è ragionevole? Condivido il disincanto di Patrick Moore nei confronti dell’ambientalismo.  Moore fu uno dei fondatori di Greenpeace, ma come me ha una visione orwelliana delle lobbies ambientaliste odierne”.
(James Lovelock: Omaggio a Gaia.  Boringhieri 2002,  pag.11 e 26).

E’ in base a posizioni come queste  che si delineano le  accuse di deviazionismo, filo-nuclearismo, che il Movimento Verde rivolge a James Lovelock. Ecco un breve riepilogo dei fatti che i burocrati verdi addebitano a Lovelock:

1)       AVERE INTRODOTTO IN ECOLOGIA LA TESI DI GAIA, RITENUTA IRRAZIONALE, ANTI-SCIENTIFICA E CONTRARIA AI DIRITTI UMANI E AL POTERE ASSOLUTO DELL'UOMO.

2)       AVER RIVALUTATO IL NUCLEARE PROPRIO COME VIA DI USCITA AL DISASTRO INCOMBENTE DEL RISCALDAMENTO DEL PIANETA PER L’EFFETTO SERRA E L'AVER DICHIARATO LE SCORIE NUCLEARI UN PROBLEMA RISOLVIBILE, MENO GRAVE  DELLE EMISSIONI DI GAS SERRA E ALTRI INQUINANTI DELL'ATTIVITA' UMANA.

3)       ESSERE DIVENTATO NEL 2008 UN COMPONENTE DI OPTIMUM POPULATION TRUST E DI AVER DENUNCIATO LA SOVRAPPOPOLAZIONE UMANA COME IL PRIMO PROBLEMA DELLA TERRA.  DI AVER ADERITO ALLA CAMPAGNA PER LA GRADUALE RIDUZIONE DEI TASSI DI NATALITA’ E PER LA RIDUZIONE  DELLA POPOLAZIONE UMANA AD UN LIVELLO SOSTENIBILE PER IL PIANETA.


 Per i verdi le colpe sopra riportate sono sufficienti per la condanna del colpevole, la sua epurazione  e la damnatio memoriae. La condanna si estende ovviamente, secondo la buona scuola staliniana,  a tutti i suoi scritti e ai suoi seguaci. Alle idee espresse dal malcapitato viene messa la sordina ed è vietato solo nominarle in pubblicazioni e congressi.

Finisco raccontando un piccolo aneddoto. Lovelock vive   in una piccolo cottage isolato nella campagna inglese. Tiene sulla sua scrivania una riproduzione di torre eolica per la produzione elettrica dal vento. La usa durante le visite degli ospiti, per fare sarcasmo con grosse risate parlando delle illusioni dei verdi  sulle rinnovabili e, indicando il mulino a vento elettrico sul suo tavolo, sogghigna: “vogliono salvare il mondo con queste cazzate…”

3 commenti:

  1. Incredibile: i Verdi che si schierano contro la riduzione demografica !
    E come pensano di salvare il pianeta ?
    Dipingendo il cemento di verde ?

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  2. Questa è la società dei diritti e poi se avanza qualcosa anche dei doveri.
    Non so però se siano i verdi ad aver contribuito a creare e imporre questo pensiero,che poi si è imposto ed ha modellato i moderni stati di diritto, o se loro ne siano a loro volta un prodotto.
    In ogni caso ricerco il colpevole di questo scempio logico.

    Si stima che il controllo demografico in Cina ci abbia risparmiato 500.000.000 milioni di problemi,e di conseguenza salvato chissà quanti dei nostri posti di lavoro.Ma questa politica viene duramente criticata perchè degna di un regime che non rispetta i fondamentali diritti umani.
    Per come la vedo potrebbe averla fatta anche hitler in persona una scelta cosi,ma rimane sempre una buona idea.
    Se adesso io dicessi qualcosa di simile in una platea differente da quella di questo blog sarei squalificato come interlocutore serio e bollato come un reazionario fascista.

    Infine non facciamo comunque l'errore di credere che siano solo taluni gruppi religiosi a criticare certe misure drastiche di pianificazione famigliare e controllo demografico,perchè anche tanti progressisti che si dichiarano atei (e molti verdi lo sono) e che si ispirano all'umanesimo inorridiscono difronte a certe idee che finiscono con limitare gli ormai "sacri" diritti umani.
    A me questa sembra una nuova religione a tutto tondo.

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  3. La filosofia dei diritti assoluti dell'uomo è alla base del disastro cui stiamo assistendo. Come giustamente dici, nessuno parla più dei doveri. La filosofia dei diritti consente agli sconfitti dalla storia (vecchie ideologie otto-novecentesche) e ai nuovi giacobini di illudersi di avere ancora un ruolo. In realtà la filosofia dei diritti porta, senza mediazioni, al mercato. Finita la religione, finite le nazioni, finite le ideologie, resta il consumo e il mercato. Il mondo è un mercato globale e l'uomo dei diritti assoluti è diventato il consumatore. Pubblicità, marketing e finanza hanno sostituito politica e filosofia. Ancora pochi sono quelli che si rendono conto che è in gioco il pianeta, che si tratta di salvare la Terra. Se vogliamo stare al gioco di chi bolla di reazionario fascista chi si preoccupa della salvezza del pianeta e meno dei diritti assoluti dell'uomo, ci sto. Io definisco chi guarda SOLO ai diritti umani come ANTROPOFASCISTA. Mentre chi, come noi, guarda anche alle altre specie viventi ( e anche a quelle a rischio estinzione che aumentano giorno per giorno) e all'ambiente che ci consente a tutti di vivere si può definire ECODEMOCRATICO.

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