Translate

sabato 24 novembre 2012

NOVITA' DAGLI USA: UN NUOVO MATERIALE MIGLIORA LA FUSIONE FREDDA




Dall’Università californiana La Verne vengono grandi novità riguardo le LENR- Fusione Fredda.  Iraj Parchamazad Professore di Chimica alla University of La Verne con la collaborazione  del professor Melvin Miles – Professore Emerito di Chimica-, sta portando avanti importanti ricerche nel campo della cosiddetta Fusione Fredda (Cold Fusion o LENR secondo una denominazione più corretta), utilizzando nuovi materiali come gli ZEOLITI.  Questo materiale, in effetti già conosciuto in passato ma dalle potenzialità non ancora esplorate, è composto da molecole complesse aggregate in strutture cristalline. Si tratta per lo più di sopra-molecole composte da atomi di alluminio, silicone ed ossigeno, variamente aggregati tra loro a formare un reticolo cristallino che delimita micro-camere di tre ordini di grandezza variabili tra i 13 e i 24 armstrong. Queste micro-camere hanno caratteristiche fisico-chimiche rilevanti per il campo delle LENR  in quanto determinano spontaneamente campi elettrici e magnetici in oscillazione che conferiscono al materiale importanti proprietà. Infatti caricando la struttura cristallina con nanoparticelle di altri elementi, le micro-camere vanno a catturare e intrappolare le nanoparticelle (selezionando quelle adatte alle dimensioni delle microcamere) e a sottoporle al campo elettrico e magnetico.  Il professor Parchamazad ha utilizzato per la prima volta gli zeoliti per la fusione fredda. Ha prodotto un reattore LENR composto da una  struttura cristallina zeolite  caricata  con nanoparticelle di palladio in una camera di acciaio,  e ha sottoposto il complesso zeolite-palladio al gas di Deuterio. Si è così prodotta una reazione esotermica LENR che ha la caratteristica di non richiedere alcuna energia dall’esterno, di durare indefinitamente, con una chiara e inconfutabile produzione di calore. Il COP (guadagno tra energia prodotta ed energia immessa) è infinito perché non c'è alimentazione dall'esterno. Allo scopo di misurare la produzione termica si sono poste termocoppie collegate al reattore che misurano la temperatura sia del gas in entrata che della camera metallica di reazione, e infine del gas in uscita. La reazione, chiarisce il professor Parchamazad, non è facile da ottenere in quanto richiede alcuni accorgimenti tecnici. Innanzitutto il Palladio deve essere in forma organo-metallica, le nanoparticelle debbono essere composte da 10 massimo 20 atomi di palladio, e debbono essere caricate con particolari modalità. La reazione cambia a seconda di come avviene la carica del palladio nel reticolo cristallino dello zeolite. Si è visto che funzionano reattori anche solo con 20 milligrammi di palladio. Se si seguono le procedure giuste la reazione esotermica avviene sempre ( “10 volte su 10” dice il professore) ed è perfettamente riproducibile. Ogni nanoparticella contiene  meno di un milionesimo di grammo di palladio ed è sottoposta, nella micro-camera dello zeolite, ad un campo elettrico che fluttua quando lo ione si muove. Tra l’altro questa proprietà può essere sfruttata per stoccare energia elettrica, ed infatti gli zeoliti sono anche allo studio come sistemi di stoccaggio dell’energia prodotta dalle rinnovabili. La conferma che nel reattore zeolite-palladio avvengono reazioni nucleari viene dalle misurazione degli elementi prodotti alla fine delle reazioni, utilizzando apparecchi RNM o con microscopia elettronica o con fluorescenza ai raggi X. Si sono trovate quantità di palladio 105 e di RAME. “Da dove proviene il rame?” Si chiede il professor Parchamazad. Si possono escludere al 100 per 100 inquinamenti o impurità, visto che le misurazioni accurate fatte prima della reazione non mostrano questi elementi. Si tratta con tutta evidenza di TRASMUTAZIONI, e ciò conferma in maniera inoppugnabile che le LENR sono reazioni nucleari con produzione di nuovi elementi. Il professor Miles ipotizza che una volta che le nanoparticelle di Palladio sono intrappolate in una posizione estremamente limitata nelle micro-camere dello zeolite, allora la quantità di moto delle particelle sarà sufficiente per penetrare la barriera di Coulomb. Bisogna capire che un elemento critico è l’orientamento dei componenti attivi nelle cavità e a questo scopo è utile il campo magnetico o elettrico che facilita la reazione. E’ attualmente allo studio un composto di atomi con un migliore assorbimento di idrogeno che migliori il rendimento del palladio. Attualmente la densità di energia prodotta è dell’ordine di un megawatt per grammo. Ulteriori studi debbono inoltre analizzare e misurare eventuali sottoprodotti nucleari come trizio ed  Elio4. Non sono stati evidenziati neutroni o altre forme di radioattività.  La zeolite è un materiale disponibile in abbondanza e relativamente poco costoso. Funziona a temperatura ambiente, senza immissioni di energia. Se gli studi confermeranno la produzione di energia in quantità utile, la tecnica scoperta in California sarà rivoluzionaria in quanto meno costosa dei carburanti tradizionali, assolutamente pulita, priva di scorie tossiche o radioattive, priva di radioattività (i raggi gamma sono facilmente schermabili), senza limiti. Si aprirebbe una prospettiva straordinaria per il pianeta e per lo sviluppo dell’umanità.
Presento il video in cui il Professor Parchamazad e il Professor Miles illustrano il nuovo reattore e la nuova tecnologia. Il video è molto importante per capire come   la ricerca LENR procede in un laboratorio universitario degli Strati Uniti, e per constatare come gli scienziati stanno lavorando a nuovi modi per generare energia ad alta densità rispetto ai materiali impiegati, ultra-pulita e abbondante. L’unico problema è attualmente quello dei finanziamenti, ancora troppo limitati per un settore, quello delle LENR-Fusione Fredda che è ogni giorno più interessante e sorprendente.

Nessun commento:

Posta un commento