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martedì 18 dicembre 2012

COHERENCE 2012: IL PUNTO SULLA FUSIONE FREDDA




La prima cosa che colpisce in questa nuova edizione della conferenza Coherence sulle nuove tecnologie energetiche, in particolare le LENR, è la folta presenza di pubblico.
Per impegni di lavoro ho potuto partecipare solo ad una parte del convegno , organizzato dal professor Vincenzo Valenzi, tenutosi venerdì 14 dicembre alla sala dell’Aviatore di Roma.  Riporto le impressioni sugli interventi cui ho potuto assistere. Interviene Bob Greenyer del  MFMP, un progetto nato in onore di Martin Fleishmann con l’intento di portare avanti le ricerche sulle LENR e che attualmente in America sta sperimentando alcuni materiali per la produzione di energia tra cui il reattore di Francesco Celani. Come fa giustamente notare Passerini sul suo blog, Greenyer è venuto dall’India (dove si trovava per un congresso), mentre dalla vicinissima università La Sapienza non è venuto nessuno. Prende la parola  poi l’ex ministro Mattioli che sottolinea il comportamento “vergognoso” della scienza ufficiale sulle LENR. Secondo Mattioli la soglia di instabilità del pianeta è ormai superata e ci dobbiamo confrontare con due crisi che si stanno intersecando: la crescita demografica che devasta l’ambiente e il problema energetico.  E’ poi la volta di Bartolucci (INFN) che pone alcuni punti fermi sulle LENR: c’è sicuramente eccesso di energia rispetto a quella immessa. E’ dimostrata  la produzione di Trizio ed Elio. Il trizio è troppo per essere ignorato, troppo poco per essere collegato al calore anomalo. Un’altra presenza dimostrata è l’emissione di gamma, ma non costante, a lampi. Inoltre non in tutti i sistemi Lenr si registrano raggi gamma. Infine si trovano elementi da trasmutazioni nucleari, in particolare rame in isomeri non naturali. Un problema è l’incostanza dei risultati: effettuando repliche -anche se si utilizza lo stesso materiale e lo stesso identico apparecchio-, non si ottengono spesso gli stessi risultati.  Una critica che Bartolucci rivolge a molti sperimentatori LENR è che non riportano i margini di errore delle misurazioni, specie quelle calorimetriche. Bartolucci si spinge ad ipotizzare una influenza ambientale: in certi siti la reazione avviene, in altri no.  Una maggiore costanza si ha utilizzando i reticoli metallici e le nanoparticelle, ma non ancora ottimale. Sui meccanismi in gioco Bartolucci ipotizza fenomeni come la condensazione di Bose-Einstein, o fenomeni di superconduttività. Rapide variazioni di resistenza potrebbero essere state scambiate per eccesso di calore.
Interviene Ubaldo Mastromatteo il quale  rivela  che ST Microelectronics, impresa a cui appartiene, si occupa di LENR dal 1994. Ricorda una serie di esperimenti condotti dal 2003 in collaborazione con il professor Nassisi dell’Università di Lecce, in cui si sono studiati i fenomeni di assorbimento di idrogeno (e Deuterio) da parte dei metalli. Un sottile strato di Palladio, alternato a strati di ossido di titanio,  veniva messo in ambiente a pressione di idrogeno o Deuterio e irradiato usando Laser al Neon o a eccimeri, a bassa potenza. Si verificavano, con una certa costanza, trasmutazioni con produzione di tutti materiali con peso atomico inferiore ai materiali di partenza (Na, Mg, K, Cl, Ca, alluminio) secondo proporzioni diverse a seconda se si usa l’idrogeno o il deuterio.  Con l’idrogeno inoltre ci sono materiali come cobalto e cromo che non si trovano quando si usa il deuterio. Con quest’ultimo gas le reazioni avvengono anche in assenza di stimolazione laser, forse per la presenza di radiazione cosmica di fondo. Studiando le lastre di palladio si nota che le reazioni esotermiche (punti in cui la lastra è fusa) avvengono solo in zone determinate, in altre no. Si è ipotizzato che la zonalità avviene in quanto le reazioni esotermiche avvengono solo in presenza di più particelle incastrate nel reticolo. In quei punti in cui sono più particelle avverrebbe la reazione. L’Elio sarebbe un prodotto di fissione del palladio. Si è studiato anche un sistema composto da uno strato di nanoparticelle di Nichel immerse in atmosfera di idrogeno a 500 mbar e portato a temperatura di 400 °C. Anche in questo caso avviene un eccesso di calore con punti di fusione della superficie. Non si sono registrate emissioni gamma, mentre si sono rilevati 5-6 neutroni l’ora. Evidentemente non c’è fusione tra H e Ni. Recentemente ST Microelectronics ha iniziato a studiare reazioni con il filo di Costantana di Celani: si è visto che il filo non ha iniziato subito a produrre calore. Ma quando inizia   a produrre calore, lo fa  stabilmente, rimanendo attivo. Una volta attivato il filo aveva bisogno di meno potenza di input per dare lo stesso output. Sul filo di Celani, Mastromatteo ha riscontrato, oltre all’eccesso di potenza, anche le trasmutazioni ormai viste in tanti esperimenti. Qualcuno dal pubblico contesta che gli elementi trovati potrebbero essere inquinanti e non derivati da trasmutazioni. Mastromatteo, richiamandosi ai grafici di analisi spettroscopica mostrati, dice che avrebbe dovuto essere molto bravo ad inquinare sempre allo stesso modo e con i medesimi rapporti quantitativi. Dopo un breve intervento del professor Abundo, presente con alcuni studenti con cui ha sviluppato il suo reattore sperimentale, inizia a parlare il professor Celani. Poco prima ho dovuto abbandonare la sala per gli impegni di lavoro. Riporto pertanto l’intervento di Celani riprendendolo dal sito 22passi:

13.00 Ha iniziato a parlare Francesco Celani. Ha premesso che lavorando col Palladio si ottiene sempre qualche risultato, ma - ahimè - quasi sempre rompendo e rendendo non più utilizzabile il campione. Inoltre il prezzo del Palladio è ulteriormente salito a causa della grande richiesta dell'industria automobilistica per le marmitte catalitiche. Ecco perché il gruppo di ricerca di Celani ha cercato nuove strade. Preso atto che il Nichel funzionava quanto il Palladio, se non meglio, hanno cercato altri materiali, fino ad arrivare alla fine al filo di costantana (lega di Rame e Nichel) con superficie elaborata a livello nanometrico. La costantana ha - è ben documentato in letteratura - una resistenza quasi costante al variare della temperatura ed era un ottimo candidato per assorbire l'idrogeno, ma non così com'è. Portandola a temperatura superiore ai 600° si "danneggia" in modo tale da riuscire a caricare idrogeno. Ha appena spiegato (pag. 29 dell'articolo di cui al link precedente) che una volta caricata di Idrogeno la costantana perde la caratteristica della resistenza costante e acquista nuove proprietà (pag. 30). Hanno trovato dunque correlazione tra caricamento dell'Idrogeno, diminuzione della resistenza della costantana, aumento di eccesso di calore nel sistema. Celani ribadisce che il fenomeno avviene all'interno del reattore (e non dipende da condizionatori e stufette esterne come sostengono certi critici!) e che una minima instabilità ambientale favorisce solo l'innesco della reazione. Per caso (c'era una piccola perdita nella cella) si sono poi accorti che al diminuire della pressione del gas la reazione migliorava... Celani ritiene di aver compreso il meccanismo di ciò, ma ne parlerà in altra occasione (oggi si è già abbondantemente sforato nei tempi da parte di tutti) Tra tante prove hanno anche provato a scaricare dall'Idrogeno la costantana (è complicato, ma ci si può riuscire) e a ricaricarla una seconda volta, scoprendo che il processo è perfettamente riversibile: nel filo s'innescava la reazione esattamente come dopo che era stato caricato la prima volta. Hanno poi osservato che sostituendo il Deuterio all'Idrogeno, si hanno deboli emissioni gamma (non pericolose), ma il filo si è fuso. Sottolinea che i risultati ottenuti a Roma, sono stati riottenuti questa estate ad Austin, in occasione del convegno della National Instruments, utilizzando strumentazioni differenti (le migliori) e sotto la supervisione dei migliori tecnici esperti in misurazioni del mondo. Portato in Corea subito dopo, il reattore ha nuovamente prodotto eccessi di calore osservabili e registrabili. Da qui l'idea di rendere disponibile il filo di costantana a più ricercatori possibili, in modo che partisse una campagna di repliche. Degno di noto è il lavoro "open source" e totalmente trasparente del MFMP che coinvolge una ventina di ricercatori in tutto il mondo. Celani inizia a mostrare un report avuto appunto dal MFMP. Celani spiega che il MFMP ha riscontrato 15-30W/g di eccesso di potenza una volta superata una certa soglia di attivazione.

Il convegno è poi proseguito nel pomeriggio, con le relazioni sul piezonucleare su cui hanno riferito il ricercatore Amedeo Manuello e il professor Yogendra Srivastava.


Dalla conferenza Coherence 2012 apprendiamo dunque che la ricerca sulla cosiddetta fusione fredda va avanti in tutto il mondo. Negli Stati Uniti è sorta una fondazione di ricerca, la Martin Fleischmenn Memorial Project, che sta portando avanti le sperimentazioni tra cui quella sul reattore messo a punto da Celani. Anche in Italia  la ricerca sulle Lenr va avanti e da anni sono in campo alcune università e imprese come la ST Microelectronics. I risultati ci sono, le misurazioni concordano nel dimostrare eccesso di calore e trasmutazioni. Siamo ancora lontani, a livello ufficiale, da una dimostrata utilizzabilità della nuova energia, da un suo possibile sfruttamento. Siamo lontanissimi da una accettabile spiegazione teorica dei fenomeni, e questo condiziona tutto il resto, compreso il fatto che sebbene ci siano laboratori al lavoro, si tratta ancora di piccoli laboratori, con pochi finanziamenti. Mentre –vista l’importanza della posta in gioco- dovrebbero intervenire anche in Italia i “grandi laboratori” con finanziamenti adeguati.
Intanto continuano gli annunci da parte di Rossi riguardo al suo E-Cat. Gli annunci, fino ad ora, non sono stati seguiti da fatti concreti che dimostrino l’efficienza e la reale commerciabilità del suo reattore. Le notizie sono altalenanti e contrastanti. I tempi  si allungano, senza adeguate spiegazioni. Ma la vicenda di Rossi ormai rappresenta solo una parte, limitata, dell’interesse intorno alle Lenr.  Gli studi riguardano istituti e ricercatori in ogni parte del mondo. Gli eccessi di energia ci sono, le misurazioni sono state migliorate e certificate; manca ancora la costanza della produzione e  lo sviluppo di  quantità tali di energia da renderla commerciabile.  E’ in movimento il campo del piezonucleare, e molto interesse suscitano le trasmutazioni di materiali, dimostrate in tanti laboratori. Dispiace che il mondo della scienza ufficiale abbia sul fenomeno Lenr , posizioni di chiusura netta, a priori, e non stupisce che questo avvenga soprattutto in Italia. Ma la ripetizione degli esperimenti in tanti laboratori diversi  e la sempre più evidente riproducibilità, dimostra che non può trattarsi banalmente  di un abbaglio collettivo, o di errori nelle misurazioni, nella taratura degli strumenti. Le segnalazioni degli eccessi di energia si succedono ad un ritmo incalzante.  Qualcosa  c’è,  e Fleishman e Pons non si erano inventati nulla.  Ci vuole ancora tempo per sapere  se si tratta di una rivoluzione per il mondo o di una semplice curiosità scientifica.

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