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lunedì 17 giugno 2013

LA TERRA VERSO IL DISASTRO





LA NOTIZIA


Secondo un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato il 14 giugno  scorso, la popolazione mondiale, ora di 7,2 miliardi, dovrebbe raggiungere gli 8,1 miliardi nel 2025, i 9,6 miliardi nel 2050 e gli 11 miliardi nel 2100
Si tratta di una stima in rialzo, in quanto le precedenti  previsioni del 2011 prevedevano circa un miliardo in meno alla fine del secolo.
Secondo il rapporto, "Mondo Prospettive della Popolazione, 2012 Revisione", prodotto per l'Onu da un gruppo di ricercatori dell’Università di Washington, è l'Africa che fornirà più della metà della crescita della popolazione mondiale da 1100 a 2400 milioni nel 2050 e a 4,2 miliardi nel 2100 (per l’Africa un aumento di quattro volte la popolazione attuale).
Per i ricercatori statunitensi, l'errore - ossia la sottostima - andrebbe ricercato in particolare nel mancato calo della fertilita'  nel continente africano, oltre che in alcune aree dell’Asia e del centro America.

''Questi nuovi dati - ha spiegato Adrian Raftery, uno dei responsabili dello studio - mostrano che c'e' la necessita' di rinnovare le politiche sociali nelle regioni africane e nelle altre aree ad alta crescita, come ad esempio una migliore istruzione per le ragazze e aumentare l'accesso alla pianificazione familiare''.
Il maggiore exploit e' previsto in Nigeria la cui popolazione aumentera' di circa 5 volte, da 184 milioni a 914, seguita dall'India, unico paese non africano tra i primi 10. Agli ultimi posti la Cina. Le stime però potrebbero essere ancora sbagliate al ribasso, e si parla anche della eventualità per il 2100 di una popolazione mondiale di 13 milardi.(Da Ansa)

IL COMMENTO
Purtroppo, nonostante tutti gli allarmi degli scienziati, dei filosofi, degli ecologisti, la tendenza irrefrenabile all'egoismo di specie non si arresta, e la popolazione umana corre ad una velocità sempre superiore fino a minacciare la sopravvivenza della vita sulla Terra. Anche gli economisti si sono accorti, con colpevole ritardo, ma alla fine si sono accorti, che la sovrappopolazione è una delle cause dell'arretratezza economica e sociale di intere aree del pianeta. Tuttavia l'ignoranza unita alla miopia della politica e alla arroganza di certe religioni, sta portando ad una deriva da cui non sarà più possibile tornare indietro. Troppi interessi impediscono politiche di intervento volte ad assicurare controlli delle nascite, igiene della gravidanza, sviluppo e cultura per le donne, salvaguardia dei beni naturalistici e ambientali. Cecità di nazionalismi, conflittualità tribali e arretratezze culturali sono solo un aspetto. Ci sono poi gli interessi della grande finanza che nel boom demografico vedono un ampliamento dei mercati e dei consumatori. Non da ultimo gli interessi  dei paesi emergenti che considerano -come nel XIX secolo- la demografia un'arma di potere e ricatto per politiche di espansione a danno dei vicini o per contare di più sugli scenari internazionali. L'Onu registra i dati con singolare mutismo. Non propone politiche volte a combattere l'eccessiva crescita né a scoraggiarla. Le grandi nazioni preferiscono chiudere gli occhi e non assumono neanche quelle iniziative semplici che potrebbero essere attuate da subito, come il legare gli aiuti a iniziative dei governi  per il controllo demografico. Non parliamo, per pietà, dei verdi e di tanti movimenti ecologisti, che per ideologia -pura ideologia- negano il problema e si dedicano ad una politica ambientale da giardinieri, salvaguardando qualche albero, piantando qualche fiore qui e là in mezzo al cemento.  Questa ottusità e questo colpevole silenzio avvengono nel mentre il pianeta sta mostrando i segni di una situazione sempre più grave e irreversibile, in cui gli effetti del riscaldamento globale, dello scioglimento dei poli e l'innalzamento dei mari sono sotto gli occhi. Pochi giornali hanno rilanciato la notizia data dall'Onu. Si pensa si tratti di un problema minore. E' invece il problema dei problemi, la causa di fondo che deciderà il futuro della nostra vita. E' cosa di grande importanza sapere che i nostri figli vivranno in una Terra fornita ancora di natura e bellezza, oppure in bidonville di megalopoli sovrappopolate, in mezzo a criminalità, rifiuti, smog e tossici chimici.  Il problema non è più di sapere se nel 2100 ci saranno 11 o 13 miliardi di umani. Il problema è di sapere se ci sarà ancora una vita da vivere sulla Terra.

3 commenti:

  1. Non è stato fornito nessuna informazione in merito ai criteri con cui è stata porta avanti questa indagine,di cui sono venuto a conoscenza 2 giorni fa leggendo greenreport.

    Per quel che ne so il sud-america ha visto realmente calare il suo TFR,e questo a fronte di una mortalità adulta ancora abbastanza alta rispetto agli standard occidental.
    Nei paesi più popolosi come il Brasile,c'è stato un drastico calo del TFR.
    E parliamo del paese più popoloso del sud-america.
    Gli altri paesi non sono molto al di sopra del tasso sostituzione,quasi tutti a parte quelli più poveri come la Bolivia (eccezione che conferma la regola)

    qui il link al CONAPO,
    http://www.conapo.gob.mx/
    l'ufficio che si occupa della pianificazione famigliare e la demografia in messico (non si tratta dell'istituto di statistica) potete trovare le proiezioni demografiche da qui al 2050, del paese più popoloso del centro america.

    Ecco sicuramente non ho accesso ai loro dati,ma quando dicono che la natalità in sud-america non è calata come ci si aspettava,qualche dubbio mi viene.

    Una nota anche sull'india.
    Sul time of india veniva citato l'istituto demografico indiano,che forniva uno scenario completo riguardante tutti gli stati della federazione indiana,e i TFR andavano dai 3.3 degli stati nord-orientali fino all'1.7 degli stati sud-occidentali,per una media nazionale attorno all'2.50.Questo sempre tenendo conto di un'alta mortalità in età adulta e una speranza di vita non a livelli occidentali.

    Sicuramente la popolazione di sud-america e sub-continente indiano continuerà a crescere,però con quei tassi di natalità e indici di mortalità,la crescita in futuro avverà per via di una transizione demografica che inizia ad entrare in uno stadio avanzato,preludio a quel pareggio fra' mortalità e nascite che fa rallentare la crescita della popolazione...se non c'è IMMIGRAZIONE e l'emigrazione è contenuta...ovvio

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  2. Grazie, Kio, dei preziosi dati forniti. Tuttavia mi chiedo quanto ci possiamo fidare degli istituti di rilevamento statistico e demografico. Tutti riferiscono tassi di natalità stazionari o in decrescita con proiezioni demografiche vicine alla stabilità...poi, quando si vedono i dati oggettivi: tutte le popolazioni in quasi tutti i paesi del mondo sono in forte crescita. Comprese quelle di molti paesi europei e della nostra Italia che in base ai demografi dovrebbe andare verso lo spopolamento. Al contrario la popolazione italiana cresce rapidamente, e siamo ora vicini ai 62 milioni. C'è si l'immigrazione, ma i dati tra gli arrivi e la crescita demografica sono discordanti...

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  3. L'altra volta ho scritto di chi è il "merito" se l'italia cresce.
    Ribadisco: se fosse dipeso dagli italiani avremmo una popolazione complessiva inferiore a quella attuale.
    E con la tendenza futura di avere un sempre più marcato declino demografico (spiego sotto perchè)
    Quindi i modelli e i dati sono precisi,ma se lo stato provvede a rimpinguare la popolazione con milioni di individui provenienti dall'estero...ehhh mi spiace ma questa variabile non poteva essere prevista e inserita nei modelli stilati dai demografi.
    Perciò ciò mi riguarda quei modelli rimangono validi.

    Tu vedi la popolazione aumentare per l'immigrazione e per un fenomeno che ha bisogno di essere spiegato a parte altrimenti mi viene fuori un pippone enorme.

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