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domenica 13 aprile 2014

Discariche abusive in Africa




Riporto alcune notizie sul disastro ambientale africano che  riguarda lo sversamento di rifiuti tossici   in Africa. Le notizie sono riportate in pubblicazioni ufficiali nel sito delle Nazioni Unite “Programma Ambiente”. Dell’argomento si è parlato anche al Parlamento Europeo in sede di revisione delle direttive RAEE per quel che riguarda i rifiuti di materiali elettrici e di apparecchi elettronici. Infatti sembra che molti dei rifiuti tossici che vanno nelle discariche africane  (in particolare quelli contenenti rame, piombo e mercurio e metalli rari di componenti elettronici ) provengano dall’Europa, almeno in percentuale comparabile a quelli provenienti dai paesi asiatici come Cina, Corea, India. Notizie che confermano il conferimento illegale alle discariche africane, anche quelle situate in luoghi di grande valore naturalistico come i parchi nazionali, mi sono   state confermate  da alcuni italiani che gestiscono un ospedale in Kenia, nei pressi di Nairobi. Riguardano sia il Kenia che i paesi limitrofi come la Tanzania, il Mozambico  e il Congo. Ma discariche abusive sono segnalate anche in Benin, Costa d’Avorio, Ghana, Liberia e Nigeria. Complice la diffusa corruzione delle classi dirigenti africane,   imprese di numerosi paesi europei, e quelle cinesi, indiane, coreane e di altri paesi asiatici  stanno facendo dei parchi nazionali africani grandi discariche di rifiuti tossici prodotti altrove  e trasportati in seguito in Africa. Impressionanti discariche a cielo aperto sono localizzate persino nei pressi di grandi città come Maputo (Mozambico).  Quotidianamente enormi navi-cargo provenienti da varie parti del mondo  fanno rotta sui principali porti del Kenia  e della Tanzania o in quelli della costa occidentale, e vi scaricano grandi quantità di rifiuti tossici che vengono poi avviati verso i principali siti abusivi alcuni dei quali si trovano all’interno o nelle immediate vicinanze  di parchi nazionali ( Serengeti, Virunga, Amboseli, Tsavo, riserva di Ngorongoro e altri dell’Africa orientale). Trattandosi di trasporti clandestini di materiali costituiscono il contrappasso dell'arrivo di milioni di persone clandestine in Europa provenienti dall'Africa. Si è stimato che solo dall'Europa arrivino 220 mila tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici ogni anno. Nei parchi  sono stati recintati migliaia di ettari, al di fuori delle rotte riservate ai turisti e quindi non esposti alla vista degli stranieri, destinati ad accogliere i rifiuti tossici delle lavorazioni provenienti da altri continenti. Questi elementi chimici non solo distruggono le piante e gli alberi della lussureggiante flora locale, uccidono migliaia di animali tra cui  quelli più rari ed a rischio di estinzione, ma si infiltrano poi nei terreni e vanno ad inquinare in profondità le falde acquifere.Per questo motivo molti abitanti a ridosso dei parchi e delle discariche abusive presentano segni e sintomi di intossicazione cronica da metalli pesanti  e da sostanze chimiche altamente tossiche per l’organismo umano. Numerosi malati affluiscono agli ospedali dei principali centri abitati con sintomi neurologici, alterazioni del sangue, disfunzioni epatiche fino alla cirrosi, edemi diffusi, aritmie cardiache, alterazioni intestinali e dermatiti, tutti segni riferibili alla presenza di queste sostanze tossiche nell’acqua potabile e nei prodotti agricoli delle zone interessate. Al disastro dell’inquinamento chimico si unisce la poderosa deforestazione in atto nei parchi, in seguito all’acquisto da parte di vari paesi stranieri   di grandi quantità di legname ricavate dall’abbattimento delle foreste. Le popolazioni locali ( bantu, ma anche tutsi, masai e abitanti della costa) ricavano guadagni e sussistenza dal commercio del legname. Il commercio di legname, pur essendo illegale, è tollerato dalle autorità anche perché le popolazioni africane in questione (africa orientale)  risultano essere   –per disposizioni del governo inglese   che riguardano il periodo della decolonizzazione- legittimi proprietari delle aree dei parchi nazionali e aree limitrofe in cui sono residenti. Ai tempi la donazione delle terre alle popolazioni locali era animata dalle buone intenzioni degli ex colonizzatori, ma la fiducia nella salvaguardia ambientale da parte degli abitanti (che era alla base della donazione) era evidentemente mal riposta, complice l'endemica povertà e la mancanza di risorse alternative. Il fenomeno si sta diffondendo anche nei paesi dell’Africa occidentale dove bande criminali, spesso collegate agli integralisti, speculano sulla deforestazione.

4 commenti:

  1. Smaltire i rifiuti in questo modo - devastando territori altrui e attentando alla salute dei residenti - è un crimine, una vergogna (in scala ridotta ma non meno deprecabile e criminale è l'inquinamento del Napoletano - dunque in casa nostra). Per quanto riguarda però il maxi-inquinamento africano dovrebbero intervenire i nostri governi (oltre naturalmente ai governi africani che però sembrano trovarvi un tornaconto, altrimenti non accetterebbero di diventare la discarica dei paesi industrializzati - ad approfittarne saranno però come al solito le élite).
    Sono notizie deprimenti. Chissà se Renzi avrà il tempo (e la voglia) di affrontare il problema. Forse se "ce lo chiede l'Europa" (perché da soli non ci arriviamo).

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  2. Non di rado penso che la guerra migratoria sia una GIUSTISSIMA punizione per la violenza ecologica, culturale, per l'inquinamento religioso, culturale, consumistico, chimico, estetico, per la predazione delle risorse estetico che i paesi consumisti da secoli esercitano sull'Africa.
    E, come osserva Sergio, anche in Italia nella Terra dei Fuochi si presenta questo pattern ricorsivo.
    Ognuno tenga e gestisca i propri rifiuti a livello che può essere poco più che comunale.

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  3. << Ognuno tenga e gestisca i propri rifiuti a livello che può essere poco più che comunale. >>

    Condivido in pieno. Sarebbe anche un ottimo sistema per ridurli al minimo, riciclando tutto il riciclabile.

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  4. Però se riduciamo i rifiuti crolla il PIL, addio crescita ... Quadratura del cerchio cercasi: come possiamo crescere (demografia compresa, anzi cominciando da questa) senza un impatto negativo sull'ambiente? Non bisognerebbe stabilire certe priorità?
    Per es. la sovranità alimentare (o garanzia di approvvigionamenti dall'estero se non fosse interamente possibile, come difatti non è per molti paesi europei), azzeramento o quasi dell'inquinamento, smaltimento dei rifiuti dove si producono, istruzione, sanità ecc. Invece i nostri soloni vogliono partire dall'edilizia: se non riparte il mattone niente crescita e quindi disoccupazione, crisi, suicidi, manifestazioni ecc.

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